lunedì 31 gennaio 2011

Saudade



Saudade è una parola portoghese di impervia traduzione, perchè è una parola-concetto, perciò viene restituita in altre lingue in maniera approssimativa. Su un comune dizionario portoghese-italiano la troverete tradotta con 'nostalgia', parola troppo giovane (fu coniata nel Settecento dal medico svizzero J.Hofer) per una faccenda così antica come la saudade. Se consultate un autorevole dizionario portoghese, come il Morais, dopo l'indicazione dell'etimo solidade o solitate, cioè solitudine, vi darà una definizione molto complessa (...).
E' dunque qualcosa di straziante, ma può anche intenerire, e non si rivolge esclusivamente al passato, ma anche al futuro...E qui le cose si complicano, perchè la nostalgia del futuro è un paradosso.
Insomma, come spiegare questa parola?



E' proprio per questo che allontanandovi di pochi metri siete venuti in Rua da Saudade. Perchè dall'alto di questa piccola strada lo sguardo abbraccia tutta la città e l'enorme foce del Tago. E poco più avanti l'oceano, e l'infinito orizzonte.
(...) Lì da soli, guardando questo panorama davanti a voi, forse vi prenderà una sorta di struggimento. La vostra immaginazione, facendo uno sgambetto al tempo, vi farà pensare che una volta tornati a casa e alle vostre abitudini vi prenderà la nostalgia di un momento privilegiato della vostra vita in cui eravate in una bellissima e solitaria viuzza di Lisbona a guardare un panorama struggente. Ecco, il gioco è fatto: state avendo nostalgia del momento che state vivendo in questo momento. E' una nostalgia del futuro. Avete sperimentato di persona la saudade.

Antonio Tabucchi - Viaggi e altri viaggi (2010/Feltrinelli).

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