domenica 15 gennaio 2012

Un amore felice

Un amore felice. È normale?

È serio? È utile?

Che se ne fa il mondo di due esseri

che non vedono il mondo?

Innalzati l’uno verso l’altro senza alcun merito,
i primi qualunque tra un milione, ma convinti
che doveva andare così — in premio di che?
Di nulla;

la luce giunge da nessun luogo —

perché proprio su questi, e non su altri?
Ciò offende la giustizia? Sì.

Ciò infrange i princìpi accumulati con cura?
Butta giù la morale dal piedistallo?
Sì, infrange e butta giù.

Guardate i due felici:

se almeno dissimulassero un po’,

si fingessero depressi, confortando così gli amici!

Sentite come ridono — è un insulto.

In che lingua parlano — comprensibile all’apparenza.

E tutte quelle loro cerimonie, smancerie,

quei bizzarri doveri reciproci che s’inventano

sembra un complotto contro dell’umanità!

È difficile immaginare dove si finirebbe
se il loro esempio fosse imitabile.
Su cosa potrebbero contare religioni, poesie,
di che ci si ricorderebbe, a che si rinuncerebbe,
chi vorrebbe restare più nel cerchio?

Un amore felice. Ma è necessario?

Il tatto e la ragione impongono di tacerne
come d’uno scandalo nelle alte sfere della Vita.
Magnifici pargoli nascono senza il suo aiuto.
Mai e poi mai riuscirebbe a popolare la terra,
capita, in fondo, di rado.

Chi non conosce l’amore felice

dica pure che in nessun luogo esiste l’amore felice.

Con tale fede sarà più lieve vivere e morire.

Wislawa Szymborska